Carissimi amici e devoti,
nel cuore dell’estate il nostro amato Santuario si prepara a celebrare in modo solenne il 190° anniversario delle apparizioni, giorni che quest’anno saranno particolarmente intensi dal punto di vista della preghiera.
Personalmente, in questi giorni, di fronte ad esperienze vissute in questo periodo, mi sono chiesto più volte che cosa ha davvero senso ricuperare nella nostra esistenza. Sono arrivato ad una conclusione: E’ QUANTO MAI NECESSARIO TORNARE A COLTIVARE LA VIRTU’ DEL SILENZIO!
Il mondo è soffocato dalle troppe parole, e abitato sempre meno dalla Parola!
Guardando a Maria ritroviamo in Lei un continuo invito al silenzio e, allo stesso tempo, le ragioni più vere per fare spazio al silenzio nella nostra vita cristiana.
Ci mettiamo, quindi, alla scuola di Maria.
Maria e il silenzio
Silenzio e fede
Apriamo il vangelo di san Luca là dove egli racconta l’annuncio della nascita di Gesù (cf. 1, 26-38). L’angelo Gabriele entra nel luogo dove si trova Maria e Le rivolge quelle splendide parole che tutti conosciamo: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” (1, 28). Conosciamo bene anche lo svolgimento successivo del dialogo, un dialogo che culmina nell’annuncio della nascita di Gesù e della conseguente divina maternità della Madonna. Le ultime parole, quelle che Maria rivolge all’Angelo, rivelano la grandezza della Sua fede: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (1, 38).
Nella scena evangelica appena ricordata si intrecciano silenzio e parola. L’impressione è che ogni parola fiorisca in un contesto di profondo silenzio: quello nel quale vive abitualmente la Madonna nella casa di Nazaret, quello che fa da sfondo al dialogo tra Lei e l’angelo Gabriele. La fede di Maria è come un fiore sbocciato sul terreno del silenzio. Un silenzio in cui Ella ha potuto mettersi in ascolto della Parola che Dio Le rivolgeva. In Lei si realizzava ogni giorno di più quanto osserva sant’Agostino: “Quando il Verbo di Dio cresce, le parole dell’uomo vengono meno” (cf. Sermo 288,5: PL 38,1307).
Proprio in virtù di quel terreno, da Lei sempre coltivato, la vita della Madonna è, dall’inizio alla fine, una vita di fede. Il “fiat” pronunciato al momento dell’annuncio angelico, Ella lo ripeterà lungo tutto il Suo pellegrinaggio terreno che, a giusto titolo, si è soliti definire un pellegrinaggio della fede. Maria si è consegnata al Signore e alla Sua Parola con illimitata fiducia. Quella Parola l’ha custodita nel cuore, l’ha abbracciata, l’ha vissuta con straordinaria fedeltà, anche quando non Le era facile capirla. La fede di Maria ha trovato quotidiana espressione nel “sì” detto al Signore e nel conseguente abbandono, senza condizioni e senza ritardi, alla Sua volontà.
Silenzio e preghiera
Rimanendo sulla pagina del vangelo di san Luca, dove egli racconta l’annuncio della nascita di Gesù, ci possiamo interrogare sul significato delle parole che introducono il dialogo tra l’Angelo e la Madonna: “Entrando da lei, disse” (1, 28).
Che cosa può significare l’annotazione dell’evangelista? Forse un vero e proprio ingresso di Gabriele nell’abitazione di Maria? Una supposizione è qui certamente legittima. Proviamo a formularla. La Madonna era intimamente raccolta, in preghiera, alla presenza di Dio; le parole erano scomparse e la comunicazione tra la “serva” e il Suo Signore si nutriva di un profondo silenzio. All’improvviso il silenzio si interruppe e in quell’intimità entrò qualcuno che Le consegnò in modo inatteso la Parola di Dio.
Nel silenzio, dunque, è avvolta la preghiera della Madonna. La Sua preghiera è fatta di silenzio, di cuore a cuore con il Suo Signore, di sosta prolungata alla Sua presenza senza nulla dire in attesa di ricevere la Parola della vita. In questo senso, si potrebbe dire che Maria ci appare affamata di silenzio perché animata da un insopprimibile desiderio di ascoltare il Suo Signore.
Scrive san Giovanni della Croce: “Il più grande bisogno che noi abbiamo è di fare silenzio con la lingua dinanzi a questo grande Dio, poiché il linguaggio che Egli ascolta è soltanto l’amore silenzioso” (Lettere alle Carmelitane Scalze di Beas, 22 novembre 1587, Epistolario, carta 7, 1444).
La Madonna sta davanti a Dio in questo amore silenzioso e, in questo amore silenzioso, Dio ascolta, Dio parla, la preghiera diventa davvero il respiro dell’anima.
Silenzio e carità
Apriamo ancora il vangelo di san Luca là dove egli annota che “Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda” (1, 39).
Tutti ricordiamo il motivo di questo viaggio, certamente lungo e faticoso, intrapreso dalla Madonna all’indomani dell’annunciazione. L’Angelo Le aveva rivelato che anche la cugina Elisabetta, inaspettatamente perché avanti negli anni, era in attesa di un figlio. A una tale notizia Maria aveva deciso di recarsi presso di lei, sia per proclamare insieme alla cugina le grandi opere compiute da Dio nella loro vita, sia per mettersi al servizio dell’anziana parente, nel momento del bisogno. Sappiamo dal Vangelo che Maria prolungò la Sua permanenza presso la cugina per circa tre mesi.
Nella visita di Maria a Elisabetta ci è dato di considerare un duplice atto di carità. Anzitutto quello del dono della presenza di Gesù alla cugina. Il divino Bambino che Maria porta nel Suo grembo diviene, nella casa di Elisabetta, motivo di straordinaria esultanza, di rendimento di grazie, di contemplazione stupita del disegno salvifico di Dio. A un tale dono è da aggiungere anche quello del servizio, che Maria rende alla cugina e alla sua famiglia.
Nel silenzio vissuto da Maria fiorisce la più squisita carità: quella dell’annuncio di Gesù, quella del servizio.
La Madonna porta Gesù e offre il dono di sé. In effetti, l’amore cristiano non può che esprimersi in entrambe queste direzioni. La prima forma di carità consiste, infatti, nel dono più grande di cui tutti hanno necessità: il dono di Cristo, Redentore dell’uomo, Via, Verità e Vita, Salvatore del mondo. La seconda, che scaturisce dalla prima e ne è al contempo la verifica, consiste nel dono di sé, nel dimenticarsi davanti al bisogno dell’altro.
Per concludere in virtù del Suo silenzio, Maria è tutta relativa a Gesù, la Sua vita si perde in quella di Gesù. In virtù del Suo silenzio, Maria rimanda ad Altro, rimanda alla Parola eterna. In virtù del Suo silenzio, Maria è come uno specchio d’acqua limpidissimo in cui si riflette, bellissima e nitida, la luce del Sole, il Sole che è Dio. Nell’atto di richiamarci al silenzio, come avviene qui, in questo Santuario, davanti alla Sua icona, Maria non smette di ricordare a noi la verità da cui dipende tutto il resto, nella nostra vita come nella vita dell’intera umanità: “Solo Dio conta”.
Maria, Madre della Misericordia, ci aiuti a vivere profondamente la virtù del silenzio, per lasciare che sia Dio ad avere sempre la prima e l’ultima Parola nella nostra vita quotidiana.
Don Federico