Catene di Misericordia

Sabato 3 Agosto 2024

“La verità vi farà liberi…”
Con queste parole del Vangelo di Giovanni compiamo un passo in più “nel segno della
Misericordia”, in questi giorni di preparazione alla Festa della Madre della Misericordia.
Quest’oggi ci lasciamo guidare nel contemplare le catene, le catene che ci conducono
dietro le sbarre delle carceri, delle prigioni del nostro Paese ma anche di tutto il mondo.
Sappiamo bene quanto il dramma delle carceri sia sempre più un problema anche in
Italia, ma soprattutto nei paesi poveri o impoveriti, la situazione spesso è allucinante. Le
violenze di ogni tipo sono normali anche tra gruppi etnici, con vendette e rese di conti.
Le attese di giudizio sono eterne, le ingiustizie sono la regola.
E lo sappiamo bene che molte volte chi ha soldi la spunta. E il carcere, molte volte,
invece di essere luogo di rieducazione e di graduale reintegrazione nella società, dopo
aver scontato la pena, diventa luogo in cui chi ci entra, ci esce poi peggiore di prima.
Se siamo sinceri con noi stessi, dobbiamo ammettere che il mondo dei carcerati è un
modo da cui rifuggiamo, un po’ per paura e un po’ perché comunque li consideriamo
quasi come dei “figli persi”, che comunque hanno lasciato vincere la cattiveria, la rabbia,
fino a commettere anche reati terribili… o sono comunque persone deboli, che ormai
non meritano più nulla…
Eppure, la Misericordia ci porta a visitare i carcerati! Ma che cosa significa questo?
Parlando con alcuni cappellani delle carceri, ho capito una cosa importante: la cosa più
difficile è quella di imparare a guardare “oltre le sbarre” vedendo nei carcerati non
“uomini persi” ma “figli di Dio e fratelli” bisognosi di qualcuno che ripeta loro che sono
ancora figli, fratelli, bisognosi di essere amati e di riscoprire che cosa significhi amare!
E questo è il significato più profondo del visitare i carcerati!
Ma questo ci porta anche a porsi un’altra domanda: SONO LE SBARRE DI UNA
CELLA CHE CI TOLGONO LA LIBERTA’?
La risposta è chiarissima ed è davanti agli occhi di tutti: ASSOLUTAMENTE NO! Le
sbarre di una cella non tolgono la vera libertà; eliminano semmai la possibilità di uscire e
di andare dove si vuole. Ciò che ci toglie la libertà sono quelle sbarre invisibili che molte
volte imprigionano le persone, anche se libere fisicamente!
Le prigioni interiori sono quelle che possiamo definire con una parola sola:
DIPENDENZE! Dipendenze da alcool, dalle droghe, dai cellulari, dipendenze dai
social, il far dipendere la propria felicità da gesti e parole di approvazione che si ricevono
oppure no, dipendenze da denaro, dal piacere… e tante altre, sono dipendenze che ci
rendono schiavi nel cuore.

Ecco che allora, visitare i carcerati, significa farsi accanto a tutti coloro che sono
“imprigionati ai ceppi” fisici o spirituali… da parte nostra affermando con forza il
messaggio evangelico, portatore di giustizia, verità e libertà, offrendo con la nostra
testimonianza la speranza per tanti prigionieri di poter tornare ad essere veramente liberi,
facendo verità in se stessi. Il vangelo è l’unica chiave che può aprire le porte di ogni
prigione interiore.
Maria, la Madre della Misericordia, aiuti noi a liberarci dalle nostre catene interiori, per
poter così aiutare i nostri fratelli e sorelle ad uscire nuovamente alla luce, assaporando
nuovamente il gusto della vera libertà.

Parti delle riflessioni sono liberamente tratte dal libro “Nelle ferite umane la Divina Misericordia”

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