La bellezza di un volto ritrovato

Il 13 maggio, durante la solenne celebrazione eucaristica di apertura della stagione al Santuario, è stata inaugurata e nuovamente benedetta la statua della Madonna di Valmala, ricollocata in Santuario dopo circa due mesi di restauro; restauro che ha contribuito a far tornare alla luce la bellezza originaria dell’immagine, in particolare il volto della Madonna ha recuperato la sua “dolcezza materna”.

Qui di seguito viene riportata brevemente la relazione del restauro realizzato, in accordo con la Diocesi di Saluzzo e con la Sovrintendenza, dai sigg. Pellegrino Aldo e Pagliero Cesare, che ringraziamo per la loro professionalità e passione.

“Il manufatto, oggetto di intervento di restauro conservativo è collocato sul lato destro della navata centrale del santuario di Valmala. La statua misura 150 cm. di altezza, è scolpita in legno con rifinitura policroma. Da indagini fatte risulta che presumibilmente sia stata realizzata verso la fine del 1800 da scultore ignoto. Presumibilmente di attribuzione piemontese. Come descritto già nella proposta di intervento e constatato durante le fasi di restauro questo manufatto era stato scolpito egregiamente, questo si presume valutando i particolari anatomici e la leggerezza del panneggio. Lo stato di fatto prima del restauro risulta con lacune evidenti, specialmente in alcune parti del film pittorico. Su tutta la superficie sono visibili dei depositi di polvere e grassi accumulatosi nel tempo. Il vestito (rosa) era molto compromesso con sollevamento di parti decoese dal supporto sottostante. Il volto e le mani si presentavano con un aspetto disordinato dovuto ad uno strato di vernice ormai ingiallita e deteriorata. Il lavoro di restauro è stato svolto in base alla proposta di intervento presentata prima dell’inizio dei lavori. Dopo aver fatto i tasselli di prova, è emerso che sotto lo strato pittorico la statua era originariamente dorata e argentata. Questo conferma quanto emerso da una valutazione preventiva che evidenziava restauri già fatti precedentemente (probabilmente come datato sulla base) indoratore G. Arrò – Saluzzo 1950. In accordo con la D.L. (soprintendente di competenza, il rettore Don Federico Riba e la dottoressa Sonia Damiamo) si è optato per un intervento di restauro conservativo che non stravolgesse l’aspetto estetico che da 70 anni i fedeli erano abituati a venerare. Considerando questo aspetto si è provveduto a lasciare alcuni tasselli (permanenti) che testimoniassero quale era l’aspetto originale di questo manufatto che permetteranno in futuro una lettura corretta delle varie fasi sia di realizzazione che di interventi di restauro subiti nell’arco del tempo. L’intervento di pulitura è stato fatto gradualmente con prodotti diversi. Il manto blu è stato trattato e sgrassato con tensioattivi Il vestito rosa, il viso e le mani che risultavano ricoperte da una vernice ormai ingiallita e molto compromessa sono state trattate con (pulitore alcalino) disattivato con acetone e acqua con risciacquo di White Spirit. Le parti di vestito compromesse da sollevamenti e screpolature sono state trattate veicolando nel substrato colla di coniglio permettendo così di fissare al supporto sottostante le parti decoese. Le lacune maggiori sono state portate a livello con gesso francia e bologna. Dopo averle carteggiate finemente sono state portate a tono con colori a tempera. Le parti dorate sono state integrate facendo delle lumeggiature con oro zecchino a foglia come l’originale. Il ritocco pittorico è stato fatto solo nelle parti compromesse, mantenendo così il più possibile la policromia originale. Questi ritocchi sono stati fatti con colori a vernice, armonizzandoli con la policromia esistente. Su tutto il manufatto è stata stesa una vernice di finitura (Regalrez 1094) a spruzzo. La corona è stata ripulita riportando alla luce la sua doratura originale (fatta a bagno galvanico)”. 

L’opera di restauro è stata resa possibile grazie alla generosità di voi pellegrini, e in modo particolare grazie alle offerte che si erano raccolte in ricordo di Piero Bussi, nostro collaboratore, vittima del Covid nel novembre del 2021. La Madre della Misericordia, che attraverso questa immagine è tornata a raccontare ancor più della Misericordia di Dio in tutta la sua bellezza, accompagni e benedica tutti coloro che ricorrono alla sua intercessione.